le interviste

Suor Teresa. Fede, fumo e poker dentro una comunità singolare

Oggi abbiamo il privilegio – o la condanna – di scambiare due parole con Suor Teresa, la spina nel fianco di chiunque non abbia abbastanza nerbo. Dirige una comunità di ex detenuti, fuma come un camino e impartisce ordini come un generale. Non ha tempo da perdere, quindi bando alle chiacchiere.

🎤 Intervistatore: Suor Teresa, grazie per aver accettato questa intervista.

✝️ Teresa: Non ho accettato niente. Mi avete incastrata con la scusa di un caffè. Quindi parla in fretta.

🎤 Intervistatore: Iniziamo subito allora. Perché ha scelto di lavorare con gli ex detenuti?

✝️ Teresa: Non l’ho scelto. Mi ci sono ritrovata. Poi ho capito che era la cosa giusta da fare. Qui dentro la gente non ha bisogno di carezze, ha bisogno di disciplina. E di qualcuno che gli tenga testa. Io lo faccio. Punto.

🎤 Intervistatore: Molti vedono la fede come qualcosa di dolce e confortante. Lei sembra averne un’idea diversa.

✝️ Teresa: La fede non è un dolcetto. È sangue, sudore e bestemmie ingoiate. È fatica. Se fosse facile, sarebbero tutti santi. E invece guarda in giro: pieno di molluschi senza spina dorsale. La fede è un cazzotto nello stomaco, non una pacca sulla spalla.

🎤 Intervistatore: Ha un preferito nella sua comunità?

✝️ Teresa: Mircea. Non perché sia il migliore, ma perché è il peggiore con un potenziale. Se non si autodistrugge prima, può farcela. Gli altri li tengo d’occhio, ma lui… lui mi fa ingoiare bestemmie più degli altri. E quando qualcuno ti spinge a bestemmiare, vuol dire che ci tieni.

🎤 Intervistatore: Ha qualche strategia per domare i caratteri più difficili?

✝️ Teresa: Il poker. Li sfido, li batto, vinco sigarette, caffè, rispetto. Quando pensano di fregarmi, è lì che capisco chi sono davvero. A fine partita, una bella citazione biblica: “Il Signore dà, il Signore toglie. Oggi ho tolto a te.”

🎤 Intervistatore: E se qualcuno non vuole redimersi?

✝️ Teresa: Gli apro la porta e gli auguro buona fortuna. Non ho tempo per chi vuole fare il martire della propria miseria. O ti rialzi o rotoli via. Semplice.

🎤 Intervistatore: Lei fuma molto. Non crede sia un controsenso per una suora?

✝️ Teresa: Figliolo, se hai tempo per queste domande, non hai mai vissuto davvero. La mia vita è stata abbastanza schifosa da meritarmi un vizio. Fumo perché non posso picchiare gente. Fosse per me, certe teste di legno avrebbero già visto il paradiso da vicino.

🎤 Intervistatore: Cosa direbbe a chi pensa che lei sia troppo dura?

✝️ Teresa: Che provi a fare il mio lavoro per una settimana. Poi ne riparliamo.

🎤 Intervistatore: L’ultima domanda. C’è qualcosa che la commuove davvero?

✝️ Teresa: Quando qualcuno che credevo senza speranza mi sorprende. Non succede spesso, ma quando succede… Beh, accendo una sigaretta e ringrazio Dio. Poi torno a battere sopra qualche testa dura. Qualcuno deve pur farlo.

🎤 Intervistatore: Grazie, Suor Teresa.

✝️ Teresa: Sì, sì. Ora sparisci, ho cose più importanti da fare.

Suor Teresa schiaccia la sigaretta nel posacenere, si alza e si sistema l’abito con un gesto brusco. «Basta così», borbotta tra sé. Poi stringendo il rosario fra le dita si allontana, recitando a mezza voce. L’odore di fumo la segue, testardo quanto lei.

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