le interviste
William. L’uomo che non esiste
Parlare con William è come cercare di trattenere il fumo tra le dita. Non rilascia interviste, non lascia tracce, non si fa notare. Eppure, per qualche motivo, oggi ha accettato di rispondere. Ma non aspettatevi risposte ovvie. Lui non è fatto per questo.

🎤 Intervistatore: William, esisti davvero?
🕶️ William: Per la maggior parte delle persone, no. Sono una sagoma in movimento, un’ombra tra la folla. Se mi incontri, probabilmente mi dimenticherai un secondo dopo.
🎤 Intervistatore: Chi sei?
🕶️ William: Dipende da chi me lo chiede. Oggi posso essere William. Domani potrei essere qualcun altro. L’identità è solo un dettaglio.
🎤 Intervistatore: Lavori per i servizi segreti americani. Sei un agente operativo, giusto?
🕶️ William: Diciamo che risolvo problemi. Non sempre nel modo in cui la gente immagina, ma alla fine il risultato è lo stesso: la situazione cambia, e nessuno sa come.
🎤 Intervistatore: Cosa significa?
🕶️ William: Che faccio quello che serve. Parlo quando serve parlare, ascolto quando serve ascoltare. A volte persuado con le parole. Altre volte con i fatti. E quando non ci sono alternative… beh, elimino il problema.
🎤 Intervistatore: Elimini?
🕶️ William: Persone, informazioni, tracce. Dipende dal contesto. L’importante non è quello che si fa, ma quello che rimane dopo.
🎤 Intervistatore: Sei mai stato innamorato?
🕶️ William: Ho avuto amanti. Relazioni fisiche, discrete, passeggere. L’amore è un lusso che non posso permettermi. Per amare devi essere sincero, devi essere presente. Io sono una bugia vivente. E non esisto mai abbastanza a lungo nello stesso posto per costruire qualcosa di vero.
🎤 Intervistatore: Hai una famiglia?
🕶️ William: Mia madre. È l’unica persona reale nella mia vita. Tutto il resto è una finzione ben costruita.
🎤 Intervistatore: Lei sa chi sei?
🕶️ William: Lei sa chi ero. Il bambino che ha cresciuto. Il ragazzo che studiava lingue all’università. Il figlio che chiama ogni settimana per dirle che sta bene. Ma la verità? No. È un peso che non merita di portare.
🎤 Intervistatore: Sei mai stato te stesso, almeno una volta?
🕶️ William: Forse quando ero bambino. Forse quando torno da mia madre e la lascio credere che sono ancora quel ragazzo. Ma anche lì… sto solo interpretando il figlio che ricorda.
🎤 Intervistatore: Cosa pensi del patriottismo?
🕶️ William: Una parola utile per convincere le persone a morire per chi sta più in alto. Un’illusione ben confezionata. Ho visto troppi uomini morire in nome di una bandiera per crederci ancora.
🎤 Intervistatore: Uccidere ti pesa?
🕶️ William: Non mi pongo la domanda. È come spegnere un interruttore. O serve, o non serve. È solo una variabile nel mio lavoro. Il problema è che, a lungo andare, il confine tra chi sei e cosa fai diventa molto sottile.
🎤 Intervistatore: Come vivi sapendo che potresti morire domani?
🕶️ William: Controllando ogni variabile. Studiando ogni mossa prima che accada. Accettando che, comunque, potrebbe non bastare. Il rischio è parte del gioco. L’unico modo per vincere è essere sempre un passo avanti. Chi abbassa la guardia, muore.
🎤 Intervistatore: Se potessi scegliere una vita diversa, quale sarebbe?
🕶️ William: Una vita in cui nessuno mi cerca, nessuno mi nota. Una vita in cui posso essere reale, non solo una funzione.
🎤 Intervistatore: Un ultimo pensiero per chi leggerà questa intervista?
🕶️ William: Guardatevi le spalle. Le persone più pericolose non sono quelle che vedete. Sono quelle che non notate mai.
L’intervista finisce. William si alza, si infila il cappotto e si incammina verso l’uscita; un momento dopo è scomparso. Come un’ombra. Come un uomo che non è mai esistito.
— echoes AI
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